sabato 16 marzo 2013

Due giorni da presidente di seggio

Con notevole ritardo pubblico in seguenza i post che avevo pubblicato su facebook dopo le elezioni politiche del 23 e 24 febbraio 2013. Impressioni a caldo. 1) mai come questa volta ho notato che veramente la popolazione italiana diventa sempre più vecchia. Alcuni anziani li ho visti veramente in difficoltà ai seggi. Una mi ha chiesto "come mai due schede?", un'altra (peciso che è ritornata in Italia da sei anni dopo un lungo periodo di emigrazione) mi ha chiesto "Cos'è il senato?" (informarsi prima?), altri avevano sinceramente lo sguardo perso, tanto perso. Proposta (tratta dal libro "RIforme a costo zero" di Tito Boeri): voto ai sedicenni. Con i pro e i contro. Premessa alla proposta: che educazione civica diventi veramente una materia importante nelle scuole, che si possa così formare una coscienza politica e civica nei ragazzi. E non mi dite che sono apatici. Hanno solo bisogno di riferimenti e di qualcuno che li segua e li coinvolga. 2) Il mio seggio è diventato "famoso" per aver beccato un signore di 79 anni che ha fotografato le schede. La mia vice-presidente e gli scrutatori l'hanno sentito, mi hanno chiamato perchè stavo parlando con un rappresentante di lista, io e un carabiniere l'abbiamo fermato all'uscita della scuola dove si vota. Poi l'hanno preso in consegna i carabinieri e scoperto che aveva veramente fatto le foto. Abbiamo scoperto che era già noto alle forze dell'ordine per bravate del genere. Essendo il primo caso del genere io ho rimesso a chi sopra di me la decisione sul suo voto, mettendo i voto tra i contestati non assegnati e allegando verbale dei carabinieri e un mio scritto. Sono stato sinceramente in difficoltà. 3) al mio seggio domenica sera aveva votato circa il 64% dei votanti, lunedì se ne sono aggiunti un altro 15% circa, anche meno forse (adesso non mi ricordo perfettamente). Conclusione: il lunedì non serve. Proposta: sabato mattina preparazione seggio. Sabato pomeriggio voto dalle 15 alle 21. Domenica voto dalle 8 alle 19, poi scrutinio a seguire. Tutto concentrato in sabato e domenica. E le scuole restano chiuse meno giorni (seguirà altro post su questo). 4) Come sapete lavoro all'ufficio scuola del Comune. Scuole sede di seggio chiuse da venerdì pomeriggio a martedì compreso. Mi sembra troppo. Con la proposta precedente il martedì non sarebbe più giorno di chiusura, ma sarebbe veramente meglio trovare altre sedi per votare o gestirle in maniera diversa, in maniera tale da non chiudere tutta una scuola per poter utilizzare due aule come sede di seggio. Mi rendo conto che la cosa è di difficile attuazione, ma ci si può pensare. Almeno credo. 5) Ragazzi, sono felice se volete fare gli scrutatori e guadagnarvi due palanche. E' anche una bella esperienza, si capiscono alcune dinamiche, ci si relaziona ai seggi, a me piace. Si crea un bel gruppo di lavoro. Per favore però sappiate cosa state facendo, un minimo di informazione. Io solo contento di aiutare a capire alcune cose (anche se non sono un maestro e non so tutto),ma mi cadono le braccia quando uno mi chiede "ma quando saranno i ballottaggi?". Ciò nonostante gran parte dei ragazzi ai seggi sono bravissimi, davvero. I miei lo sono stati di sicuro. 6) Io oggi ho mal di testa, che equivale a dire che sono stanco. Veramente stanco, almeno mentalmente. Ammiro quei presidenti che, dopo tre giorni, sembrano freschi come rose. Io non ce la faccio. Per me sono giorni impegnativi, soprattutto mentalmente, ma anche fisicamente. Sento la responsabilità del ruolo e ci tengo, come anche nel mio lavoro, ma in generale in tutto, a fare le cose meglio che posso. Questo per dire a quelli che commentano "tanto siete lì a non far niente di faticoso" e che ridacchiano quando dico che c'è un giorno di riposo compensativo, che non hanno capito bene come funziona. Questo non toglie che a me piace fare il presidente di seggio. 7) Mi piace fare il presidente di seggio, mi ci trovo bene in questo ruolo, mi piace il clima politico. Ho fatto gavetta come tanti. Scrutatore prima, segretario poi e infine presidente. Ma non lo farò ancora per tanto, anche in questo caso mi sembra giusto, in un futuro forse non tanto remoto, dare la possibilità a qualcun altro di sperimentarsi in questa situazione. La Corte di Appello, volta per volta, nomina sempre gli stessi, a meno che non ci siano stati problemi nei rispettivi seggi. Alla soglia dei quarant'anni potrei cedere il passo e arrivare al seggio dove voto chiedendo: "ma come si vota?". 8) Facciamo due conti. Come presidente ho percepito 187,00 euro, la mia segretaria e gli scrutatori 145 euro. Totale spesa del mio seggio 912,00 euro, al quale vanno sommate le spese degli operai comunali che l’hanno allestito, dei carabinieri che hanno vigilato e le spese di energia elettrica e riscaldamento. Considerato che abbiamo fatto in totale circa 27 ore ai seggi, io ho percepito circa 6,90 euro all’ora, mentre gli altri 5,40 euro.

sabato 5 gennaio 2013

Banca Etica e la crisi

Premessa: ho una percezione economica veramente primordiale. Non voglio che il mio denaro produca altro denaro, soprattutto se a scapito di altri. Non me ne frega niente. Non lo voglio perchè il denaro, creazione umana, secondo me non deve moltiplicarsi, in particolar modo in maniera speculativa, come spesso succede nella finanza tradizionale. Non dovrebbe essere come i pani e i pesci di evangelica memoria, quello è e quello dovrebbe rimanere. Qualche soldo in più potrebbe farmi comodo per riuscire ad accantonare qualcosa se mia figlia ne dovesse avere bisogno in futuro per studiare all’estero o per assicurarmi una vecchiaia dignitosa. Se dovesse servire, tirerò la cinghia ancora di più, in qualche maniera farò. Per fortuna i miei genitori mi hanno insegnato la cultura del risparmio. Risparmio come protezione sociale. Non mi serve altro denaro per comprarmi l’ultimo modello di smartphone o riempirmi la casa di elettrodomestici inutili o di qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente. Ho (ri)scoperto la filosofia della decrescità felice e dell’autoproduzione e sento che bene si può adeguare ad una dimensione familiare come la mia. Con la nascita di mia figlia si sono rinsaldati valori e interessi come il commercio equo e solidale, la salvaguardia dell’ambiente, una vita sana e la finanza etica. Sono passati vari anni da quando partiva la Cooperativa verso la Banca Etica, alla quale ho partecipato da subito versando quello che potevo di capitale sociale. Volevo dare il mio contributo, anche se minimo. C’era entusiasmo nell’aria, nel mondo del volontariato e delle sue componenti sociali (cooperative, associazioni o quant’altro) si presagiva il cominciare di una nuova avventura, un po’ lo stesso spirito con cui mi pare si è vissuta la nascita di quel bellissimo percorso che è stata la “Rete di Lilliput” e che poi ha espresso diversi gruppi e movimenti. Per la prima volta in Italia una Banca metteva come caposaldo l’etica e non il profitto, abbandonando investimenti lucrosi come quello delle armi. Veramente una buona notizia in un paese come il nostro in cui il panorama bancario non era e non è certo dei più affidabili. Addirittura ha conquistato la politica, come ha dimostrato l’ultimo nostro, discutibile, governo di “tecnici”. Il percorso di Banca Etica è continuato, anche grazie al supporto di tanti volontari, è cresciuta, è diventata adulta e adesso si trova ad affrontare questo delicato periodo storico di crisi economica. Questa crisi è l’ennesimo risultato di un’economia distorta, alla quale la società civile risponde con forme propria di resistenza. Mi spiego e faccio una previsione. Magari tra qualche anno verificheremo se ci ho azzeccato oppure no. Secondo me Banca Etica uscirà rafforzata da questa situazione economica per il semplice motivo che alla crisi molti rispondono con progetti e idee a carattere sociale e non, che possono trovare in questa banca un supporto e un’interlocutrice affidabile e attenta. Piccole forme di impresa, come mio cognato che si è messo a coltivare due ettari di terreno a ortaggi facendosi aiutare dal fratello autistico, oppure un amico che si è inventato la libreria diffusa, in sostanza un servizio di rifornimento libri per biblioteche, fiere e associazioni. Ne potrei descrivere a decine. Tutte realtà che spesso partono da passioni personali e che poi, grazie all’intraprendenza personale, diventano impresa. Piccole imprese che sono all’opposto delle grandi imprese, ma che stanno creando un tessuto economico interessante dove Banca Etica ha da sempre investito, soprattutto se queste presentano risvolti “sociali” o comunque fondate su una certa idea di economia. Su queste realtà, spesso bisognose di credito minore, per le quali si può quasi parlare di micro-credito, Banca Etica può costruirsi un futuro ancora più solido. Il presente è già solidissimo, in quanto non si appoggia sulle speculazioni, che sono intrensicamente instabili, e, continuando in tal modo a supportare l'economia reale ed equo-solidale, sta costruendo un futuro migliore. Sostenetela.