venerdì 20 gennaio 2012

L'alternativa c'è.


Sento sempre le stesse parole, da anni sempre la stessa storia. Tra gli amici, al bar, alle cene, quando, ormai raramente, ci si ferma a parlare con qualcuno lungo la strada. I partiti non piacciono, tutti vorrebbero che la classe politica venisse azzerata. E il finale del discorso è spesso lo stesso: "non c'è alternativa". L'alternativa, per quel che mi riguarda, e qui mi riallaccio ad un bellissimo articolo di Roberto Mancini sulla rivista Altreconomia (www.altreconomia.it) di qualche mese fa, è rappresentata da coloro che, in maniera pacifica e disinteressata, difendono il loro territorio da una falsa idea di sviluppo che, chissà perchè, equivale sempre a cemento grigio su erba verde, da quelli che nella loro umiltà si avvicinano alla politica per il puro senso del bene comune, da coloro che ci arrivano e si riducono lo stipendio e rinunciano ai privilegi (basta parole, è ora di fatti), da coloro che si fanno il culo per mantenere le proprie famiglie e si accontentano di quello che hanno, da quelli che chiedono solo un lavoro dignitoso che permetta di vivere dignitosamente, da quelli che fanno bene il proprio lavoro, anche se lo stipendio potrebbe essere ben migliore, da quegli imprenditori che credono in un ideale "alto" di impresa e che vedono i loro dipendenti come persone e non solo come numeri dell'ingranaggio, da quelli che si impegnano in associazioni, cooperative, gruppi spontanei, comitati e sostengono con il loro volontariato un equilibrio sociale che lo Stato non è in grando di proteggere, da quelli che si sono presi botte perchè erano in piazza a protestare pacificamente contro leggi ingiuste e lo rifarebbero perchè era una causa giusta, da quelli che non provano invidia ma sono un po' rabbiosi perchè stanchi della solita politica. Questa e tanti altri sono la mia alternativa. Viva l'Italia alternativa.

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