mercoledì 2 giugno 2010

Cimadolmo - Vidor

Km percorsi: 40
Ore di cammino: 10 circa
Dislivello: 70 metri circa

Oggi è stata parecchio dura. Se google maps ci indicava come distanza da Cimadolmo a Vidor circa 30 chilometri, in verità ne abbiamo fatti 40 (e forse anche più). E’ stato da un certo punto di vista un peccato, perchè non siamo riusciti a goderci fino in fondo un ambiente incredibilmente bello. Io avevo già fatto un pezzo con Morgana (il mio setter inglese) da Spresiano fino a Falzè di Piave, il resto è stata una vera scoperta, a cominciare dal percorso naturalistico delle “fontane bianche”, dall’isola dei morti di Moriago della Battaglia fino alla bella strada bianca fino a Vidor.
Oggi ci interessa parlare delle persone, perchè per quanto riguarda i luoghi dobbiamo solo ribadire quanto detto in precedenza.
Il Piave stamattima ci ha impartito un’altra lezione. Pensavamo di ritrovarlo a Cimadolmo come l’avevamo lasciato ieri sera, invece stamattina il livello era salito di circa trenta centimetri, impedendoci di attraversarlo senza immergere i piedi in acqua. Per recuperare tempo e non tornare indietro per prendere la strada asfaltata, abbiamo guadato con l’acqua quasi alle ginocchia. Tanta attenzione, perchè se uno di noi fosse caduto, si sarebbe quasi sicuramente rovinato qualche aggeggio tecnologico che ci portiamo dietro.
Per il resto della giornata siamo rimasti sulla destra Piave da Maserada a Ponte della Priula e sulla sinistra invece fino all’arrivo a Vidor. Abbiamo percorso quasi totalmente strade bianche e sentieri a stretto contatto con il Piave. Soprattutto da Falzè di Piave fino alle “Fontane Bianche” di Sernaglia della Battaglia esiste un bellissimo percorso con un sentiero segnato molto bene e facilmente percorribile anche in bicicletta.
La vegetazione qui comincia a cambiare. Antonio faceva notare che querce fino ad oggi non ne avevamo mai viste.
Ancora una volta comunque sono le persone che si stanno distinguendo in questo viaggio, Se preferiamo soprassedere sul giovane operaio di una ditta di estrazione ghiaia a Spresiano, che ci ha trattato in maniera maleducata, perchè erroneamente eravamo entrati nel cantiere con l’intenzione di raggiungere una strada lungo il fiume, per il resto della giornata invece di nuovo tanta gentilezza nei nostri confronti. C’è chi non ci ha visto nei giornali, come il cittadino di Colfosco di Susegana, che ha interrotto i suoi lavori edilizi per chiacchierare un po’ con noi, per offrirci da bere e raccontarci la storia di un pastore che da Santa Lucia è arrivato ad Asiago in quattro giorni con uno zaino pesantissimo sulle spalle. C’è chi invece si ricorda di noi per qualche articolo, come il viticoltore di Vidor che ci ha notati dalla sua vigna, ci ha raggiunti con la sua panda bianca e ci ha indicato la strada più breve per raggiungere il paese.
E poi non abbiamo parole per descrivere l’accoglienza di Vidor, rappresentato degnamente dall’amministrazione comunale, soprattutto dall’assessore Bailo con cui abbiamo comunicato in questi giorni, e dal gruppo degli alpini, che ci ha offerto una cena semplice ma spontanea, come se fossimo dei vecchi amici che tornano a casa.
Anche stasera la fatica si sente (e anche tanto), ma è proprio vero che, quando lo spirito trova gratificazione, il resto passa in secondo piano.

I ringraziamenti di oggi vanno a: Floriano Zambon, vice-presidente della provincia di Treviso che ci ha telefonato, Corazzin Alberto e Sossai Maria che ci hanno ospitato sotto il loro gazebo per la prima sosta della giornata, a Maria, Morgana e Pina che ci hanno raggiunto sull’argine a Spresiano, a Gianni che si è affezionato alla nostra avventura e ci segue e aiuta in tutto e per tutto, al cittadino di Colfosco che si è intrattenuto con noi e ci ha offerto acqua, al viticoltore di Vidor che ci ha riconosciuto, perchè ci aveva visto su un quotidiano, e ci ha indicato la giusta strada, all’amministrazione comunale di Vidor che ci ha accolto in amicizia, all’ottantacinquenne Nino Manto che ci ha ospitato in casa sua, al grande gruppo degli Alpini di Vidor per la cena e le chiacchiere da amici, a quelli che ci telefonano o ci mandano messaggi per supportarci e sapere come va.

p.s: ci scusiamo con il pastore che in prossimità di Falzè di Piave è stato svegliato di soprassalto dai suoi cani che hanno cominciato ad abbaiare come forsennati quando ci hanno visti arrivare. Avrà temuto che stessimo per rubargli qualche pecora e forse sarà rimasto anche deluso quando ci ha visti solo fare qualche foto.

P.s. 2: scusate, ma stanotte non riesco a scaricare foto sul blog.

3 commenti:

  1. dalle descrizioni delle giornate, mi sembra di essere con voi.....
    voglio il libro!!!!

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  2. anch'io ho la stessa senzazione leggendo i vostri racconti e credo che ne uscirà sicuramente un bel libro. Forza ragazzi, l'avventura è faticosa ma bella e da quanto leggo anche gratificante. Un cao saluto a tutti.

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  3. Francesco Dal Colle2 giugno 2010 alle ore 19:28

    ciao Edoardo, ciao Furio,
    son tornato a casa dall'ospedale! Vi seguo ''virtualmente'' nella mia convalescenza!
    Molto bello e avvincente quello che state vivendo.. Avanti tutta... Ce n'è da raccontare! A presto...
    Francesco DC

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