sabato 5 giugno 2010

Ospitale di Cadore- Calalzo di Cadore








Km Percorsi: 20 circa
Ore di cammino: 4 ore circa
Dislivello: 350 metri circa

La tappa più corta di tutta questa esperienza. Non è stata una mossa sbagliata saltare ieri Longarone e arrivare fino a Ospitale di Cadore. Una nottata un po’ agitata, perchè non siamo più abituati a dormire per terra. Credo di essermi girato decine di volte per evitare i dolorini che apparivano sulle parti appoggiate al pavimento. Poco male, l’importante era avere un tetto sopra la testa.
Arrivare a Calalzo alle due è stato provvidenziale per riposarci adeguatamente prima della tappa di domani, che sarà dura per il dislivello che dovremo fare. Stasera poi siamo a cena con il sindaco di Calalzo e l’assessore di Santo Stefano di Cadore e si prospetta una serata un po’ alcolica. Poco male anche in questo caso, perchè la compagnia sarà quella giusta e il clima amicale al massimo.
Oggi ci siamo resi conto che la vecchia strada da Longarone a Sottocastello è l’ideale per diventare una pista ciclo-pedonale. Il traffico è veramente limitato e la salita della Cavallera a Perarolo non è molto difficoltosa, anche perchè sono circa 250 metri di dislivello. Si attraversano alcuni borghi che presentano varie case abbandonate e la stessa Perarolo, il centro più grosso che si incontra, non brulica di abitanti.
L’unico pezzo veramente brutto da fare si ha quando si sbuca dalla Cavallera, ricongiungendosi alla trafficata statale all’altezza del ponte di Cadore. Sono solo quattro/cinquecento metri per trovare di nuovo una piccola stradina verso Sottocastello, ma son brividi quando si vedono arrivare le macchine in discesa a velocità sostenuta.
A Sottocastello, piccolo paese da non trascurare, perchè molto bello da attraversare, abbiamo fatto una sosta molto lunga per chiacchierare, seduti al bar, con una compagnia di operai di ritorno dal lavoro. Abbiamo riso come matti grazie ad un personaggio che era uno spasso. Nessuno aveva più voglia di alzarsi e andare via. Alla fine abbiamo aspettato che si alzassero loro per andare a pranzo.
L’ultimo tratto della giornata l’abbiamo fatto lungo la pista ciclabile che da Calalzo va fino a Cortina e che è stata realizzata sul sedime di una vecchia ferrovia. Prima o poi si pensava di farla, aggiungendoci la ciclabile della Drava e arrivare fino a Maribor.
Su consiglio di Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, siamo scesi a Lagole sul lago, per passare qualche ora di relax prima che lui arrivasse da un corso da Belluno. Ottimo consiglio perchè il posto è molto bello, c’è un po’ di gente che pesca e altri che si riposano come noi. Quando arriva Luca andremo a vedere un sito paleoveneto e poi andremo in ostello a sistemarci.
Intanto pubblico questo post, se dovesse succedere qualcos’altro di interessante, ne farò un altro questa sera, prima di andare a cena. Dopo non credo di essere in grado di scrivere alcunchè.
Domani di sicuro non riuscirò a scrivere così presto. Tappa lunga e impegnativa.

Antonio e Furio cominciano a dire che sono spiaciuti che l’avventura stia per finire, ma non sanno cosa ci aspetta domani. Poi ne riparleremo.

Grazie: a don Francesco, parroco di Ospitale di Cadore, che ci ha chiamato in mattinata per sapere com’era andata la nottata, a Ciano di Perarolo, ex-lavoratore del mercato ortofrutticolo di Treviso, che appena ci ha visto in strada ci ha urlato “viva il Piave!” e poi, incontrandoci all’alimentari, ci ha anche offerto il caffè, alla compagnia del bar di Sottocastello per il prosecco e le chiacchiere, a Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, per la grande ospitalità e amicizia.

1 commento:

  1. Certo che i pecozzi del Furyoso i ghe ze in quasi tutte e foto!!
    Forsa che romai a ze fatta!!!
    Ziogustin.

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