mercoledì 2 giugno 2010

Vidor - Lentiai







Km percorsi: 35 circa
Ore di cammino: 8 circa

Durante questa camminata stiamo maturando una convinzione. A forza di usare l’automobile per ogni spostamento stiamo perdendo il senso della distanza. In quattro giorni di viaggio non abbiamo trovato una persona, anche tra le più disponibili, che sia stato in grado di darci delle indicazioni corrette sulle distanze tra i luoghi. Ci sono successe situazioni veramente paradossali, tipo delle persone che ci dicevano che mancavano dieci chilometri ad una certa località, e dopo cinquecento metri altre persone parlavano di cinque chilometri. Questo è solo un esempio per sottolineare una difficoltà che stiamo riscontrando. Non sappiamo mai quanto manca veramente.
Oggi è stata la giornata della compagnia. E’ stato un verto toccasana che gli amici di Antonio (i cui nomi sono indicati più sotto) abbiamo condiviso con noi buona parte della strada di oggi. Dopo la durissima tappa di ieri, condividere con loro il percorso ci ha restituito di nuovo tutto l’entusiasmo che avevamo alla partenza.
Siamo sinceri. Stiamo facendo tanta fatica, sarebbe stato più cauto fare tappe più corte e diluirle in più giorni. Purtroppo sulla carta sembrava tutto più semplice. Una leggerezza che paghiamo dal punto di vista fisico, ma ogni sera, di fronte all’ospitalità che riscontriamo e ai messaggi che ci mandate per sostenerci, ricarichiamo le pile dell’entusiasmo. “Ormai che siamo qua, si arriva a ogni costo”.
Abbiamo superato metà del percorso da fare. Con la tappa di oggi abbiamo fatto di poco il giro di boa.
La strada da Vidor a Lentiai non è del tutto percorribile lungo il Piave, anzi per alcuni tratti è impossibile scendere nel greto del fiume, anche se un paio di buoni sterrati ci sono. Uno di questi è fondamentale per superare la lunga galleria di Segusino, che è impraticabile per i pedoni.
Abbiamo sopperito alla mancanza di sentieri sul greto camminando in parte sulla trafficata provinciale, ma anche (e per fortuna) grazie a strade che salgono dolcemente sulla montagna e servono a raggiungere piccole frazioni. Anche questo ha contribuito anche oggi ad allungare la distanza percorsa, ma era impensabile di camminare tutto il giorno in mezzo alle macchine e alle moto. Per un semplice discorso di sicurezza. Su questi rettilinei gli automobilisti e i motociclisti spesso calcano sull’acceleratore.
In tutti i posti dove abitano i nostri amici e coloro che ci seguono sembra che oggi abbia piovuto parecchio. Possiamo consolarci, perchè durante il nostro tragitto non è scesa una goccia di acqua. Al mattino un bel sole, un pomeriggio nuvoloso ma senza precipitazioni.
E il Piave è sempre al nostro fianco, fedele compagno di ormai quattro giorni di passi che si fanno via via più stanchi. Più di qualche volta oggi abbiamo desiderato un bagno che, per questioni di tempo, non siamo riusciti a fare. Più di qualche famiglia di bagnanti l’abbiamo vista. Non crediamo sia il vero futuro del Piave quello di diventare una spiaggia per tutti, piuttosto un “parco fluviale” che assicuri l’integrità dell’ambiente. Una formula da studiare di concerto con tutte le associazioni e tutti coloro che sono sensibili ai temi ambientali.
Spero mi perdonerete se oggi chiudo così. Sono tre giorni che non riesco ad andare a letto prima di mezzanotte e mezza e alla mattina la sveglia è piuttosto presto. I piedi dolgono parecchio e per assurdo alla sera la fatica è così tanta che ci si addormenta male.
Noi tiriamo avanti. Domani da Lentiai fino a Belluno. Grazie ancora a tutti quelli che leggono le nostre parole. Speriamo di trasmettervi almeno un po’ quello che stiamo vivendo.

Oggi grazie di cuore: al viticoltore di Valdobbiadene che ci ha fatto passare per la sua vigna per accorciare la strada, a Gianni che ci tiene d’occhio, a Valeria, Katia, Renata, Antonella, Fabio e Fiorella che ci hanno accompagnato dal ponte di Fener per quasi venti chilometri (con voi la fatica è stata molto più sopportabile), a Virginia, sorella di Antonio, che ci ha portato viveri per il pranzo e ha camminato con noi, al custode degli impianti sportivi di Vas che ci ha indicato la strada, a tutti quelli che ci hanno fornito indicazioni, a Maria Teresa Furlan che ci ha chiamato per assicurarci che non fossimo sotto la pioggia, alle suore della casa di spiritualità “Stella Maris” di Lentiai che ci hanno ospitato per la notte e che abbiamo scoperto quasi tutte trevigiane, all’amministrazione di Lentiai che ci ha mandato da loro.

1 commento:

  1. Ciao ragazzi, è si' la fatica si vede parecchio nei vostri volti, un po' meno in Antonio. Condivido il vostro pensare e con grande meraviglia scopro che abbiamo dei posti bellissimi a pochi passi... sarà, oltre che bello, anche utile leggere il vostro libro che spero pubblicherete presto, annotate più che potete... alla prossima tappa

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